• Le festuche più utilizzate sono due: Festuca arundinacea e F. rubra. La prima comprende due tipologie, quella europea a foglie dure, e quella mediterranea a foglie tenere, proveniente dal Nord Africa. Per entrambe esistono due categorie di varietà: le foraggere, di grande vigore, con foglie larghe, che formano un cotico poco denso, e le ornamentali, caratterizzate viceversa da scarso vigore e foglie strette, a formare un cotico molto denso. Le varietà foraggere sono adatte a luoghi difficili, come scarpate, prati con intenso calpestio, aree di passaggio con gomme in inverno, perché formano un cotico più robusto, ma si esauriscono nel giro di 3-4 anni, necessitando di una risemina.
• Festuca arundinacea è una specie molto utilizzata, grazie alla sua adattabilità: resiste infatti agli stress ambientali, come i patogeni, il calpestio, il compattamento, il freddo, i ristagni d’acqua e la siccità, poiché l’apparato radicale profondo raggiunge le riserve acquifere negli strati inferiori del terreno, permettendo un risparmio sull’irrigazione estiva. Inoltre, ha un elevato accestimento, è vivace, vigorosa e duratura (una decina d’anni), dato che ha un’elevata capacità di ricaccio. L’aspetto estetico è rustico e grossolano, ma si ha a disposizione un prato su cui si può fare tutto.
• Questa festuca è però molto lenta a installarsi, vale a dire 15-20 giorni, durante i quali è notevole il rischio di sviluppo di piante infestanti. È consigliabile una falsa semina, che consente di avere una ventina di giorni di tranquillità.
• È poco adatta per la semina in miscuglio con loietto, che deve raggiungere al massimo il 20%: i problemi si evidenziano dopo 3-4 anni, quando i cespi di loietto incominciano a diradarsi, senza che la festuca sia in grado di ricolonizzare gli spazi vuoti.
• La festuca non sopporta un taglio sotto i 3 cm d’altezza.